mercoledì 16 giugno 2010

DATEMI UN MARTELLO... di Leroy Merlin

Due soggetti, tipici esponenti della “coppia moderna”, lui ormai non più un ragazzino, lei lo stesso, decidono di andare a vivere insieme prima di concretizzare un progetto matrimoniale che è comunque nei loro piani. Sono Fabio e Giulia, i protagonisti dello spot radio di Leroy Merlin, che io appenderei al muro con due stop alle orecchie per poi trapanarli, seviziarli con la pistola per la colla a caldo, scartavetrarli, usarli come persiane e se serve anche come mobili da giardino (ho deciso di sorvolare sul dove gli metterei il cacciavite). Mentre li detestavo sono finita per caso in un blog il cui nome è “Magicamente Carina e Coccolosa” dove la blogger scrive: “Forse l'ho già accennato, ma una delle mie pubblicità preferite è quella radiofonica de Leroy Merlin quella con Giulia, l'arredatrice psicopatica compulsiva, e Fabio, il povero fidanzato che sopporta. Vi ricorda qualcuno? No, vero?” dunque la ragazza si immedesima in Giulia e questo mi ha aiutata a capire come mai nel blog, parlando del suo di fidanzato, lo chiamasse Coso...
Senz'altro superfluo stare adesso a evidenziare la notevole differenza, facilmente deducibile già dai nomi dei nostri blog, che passa tra il mio approccio e quello di questa ragazza che comunque stimo e saluto. Per quanto riguarda lo spot io direi piuttosto che si tratta di una delle pubblicità che più ho detestato nella mia insignificante vita. Sì proprio lei, quella radiofonica con Giulia, la dispotica rompicoglioni che evidentemente svolge una professione che non la appaga a sufficienza ed è quindi costretta a gratificarsi comprando maniglie per le porte e trattando il fidanzato come un demente, e Fabio che oltre a farsi trattare come un demente spesso dimostra anche di esserlo con i fatti. Lei ha una voce tanto bella quanto fastidiosa in questo contesto, come fastidioso è il modo in cui pronuncia il nome del fidanzato “FA'biò”, quasi a volerci insistentemente far notare (a noi, gente del centro-sud che ascolta la radio) che “FA'biò” si scrive con una sola “b” e lei per sicurezza lo pronuncia con mezza. Lui è intelligente come il guscio di una cozza, tanto da farsi fregare quasi sempre con lo stesso giochetto: “FA'biò chiudi la porta!” - “Ma non abbiamo una porta...” - “Allora finalmente lo hai capito che ci serve? Stupido idiota! I tuoi genitori hanno anche dei figli normali? Adesso tira fuori i soldi e portami da Leroy Merlin! Ho voglia di una porta! E di una quindicina di maniglie diverse per la suddetta che tu cambierai ogni 12 del mese. Muoviti!”
C'è da dire che il mio odio per questi due soggetti risale a parecchio tempo fa, la prima edizione di questi spot è infatti del 2008, e che con il tempo qualche mente illuminata deve aver capito che i dialoghi fra i due rischiavano di diventare come carta igienica vetrata: a lungo andare molto irritante. Infatti hanno smussato lievemente l'arroganza di Giulia e la deficienza di Fabio (che adesso ogni tanto sceglie una maniglia anche lui e riesce persino a prevedere alcuni dei subdoli tranelli lessicali di lei). Fra l'altro Fabio ha chiesto a Giulia di sposarlo e questo deve aver placato per un po' le brame di maniglie del mostro, almeno finchè non capirà che le serve un figlio e di conseguenza delle nuove maniglie rosa o azzurre. Tanti complimenti al copy, visto che non importa se bene o male ma l'importante è che se ne parli. Io continuerò a detestarli per sempre e per sempre preferirò Brico e Ikea a Leroy Merlin.

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venerdì 4 giugno 2010

I SOLITI IGNOBILI PROGRAMMI


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C'è già “Affari Tuoi", paccottiglia televisiva con protagonisti i pacchi, vero e proprio pacco più volte insinuato da Stiscia e facilmente insinuabile viste le dinamiche del gioco, ma qui ci vuole veramente tanto impegno e dedizone per riuscire a pensare a una trasmissione che sia più pacco della trasmissione che dei pacchi rappresenta il trionfo.
Almeno "Affari Tuoi" è palesemente tutta una questione di sedere, cioè tu ti siedi e inizi a dare i numeri abbinati ai nomi delle regioni d'Italia (così, tanto per aggiungere un po' di pepe) e rosichi per il modo in cui il presentatore sfrutta il suo ruolo di potere andando a vedere prima di te e di tutti i telespettatori il contenuto del pacco scelto, per poi guardare in camera per 20 secondi con quella faccia "io lo saprò sempre prima di voi, perchè IO posso guardare nel pacco..." mentre noi restiamo lì, irritati e contenti.
C'è poi l'annosa questione "scelgo il 2 perché è il giorno in cui è morto nonno”. Ma perché nonno dall'aldilà dovrebbe facilitarti nel mondo proprio nel momento in cui gli stai ricordando il giorno della sua morte? E come fa a capire che la sua riconoscenza dovrà manifestartela facendoti trovare nel pacco non 500 mila euro, ma bensì una forbice? Secondo me gli chiedi troppo.
Insomma "Affari Tuoi" di regole non ne ha, è il mercante in fiera, alla fine consiste tutto in quel sedere lì e vedere che succede intramezzando il tutto con la descrizione del tuo tenore di vita e di quanto avresti bisogno dei soldi che malignamente ti sta offrendo quel medico dall'altra parte del telefono.
Per I Soliti Ignoti invece la questione è volutamente e inutilmente molto più complessa. Infatti lo spacciano per gioco di intelligenza e ragionamento e tu ci sprechi pure la fatica, ma in realtà è BUGIA. Il concorrente ha davanti a se 10 esseri anonimi ai quali deve abbinare 10 “identità/mestieri” e più tale identità risulta improbabile abbinata all'essere anonimo, più i soldi che vinci sono tanti. Ovviamente di norma viene chiamato fra i primi il personaggio più scontanto, tipo Mal dei Primitives da associare all'identità “cantante di Furia Cavallo del West” e fin qui ok. Una volta che il concorrente avrà dato la risposta e subito prima di sapere se è corretta l'amico Frizzi svelerà il valore dell'identità e si va avanti così, chiamando esseri anonimi da associare a mestieri/identità in un ordine prestabilito dagli autori. Se sbagli perdi tutto, ma per non incappare in questo inconveniente potrai sempre avvalerti di 3 inutili indizi che se non ci fossero sarebbe lo stesso. Infatti 2 di questi sono cose tipo “Ho i capelli tinti”, “Mio figlio è gay”, “Ho uno zio pensionato a Bologna” il terzo suggerisce effettivamente qualcosa che il più delle volte può essere applicato a qualsiasi professione dal netturbino all'ingegnere nucleare, tipo “A volte devo prendere decisioni”. Aggiungiamoci il fatto che spesso l'ingegnere viene vestito come un manovale e il netturbino invece è in doppiopetto ed ecco che abbiamo un intreccio ingarbugliato di regole inutili il cui risultato è sempre lo stesso, ossia tutta una questione di sedere. Anche se qui il concorrente sta in piedi.

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