venerdì 5 novembre 2010

Morti viventi VS vivi morenti

Ho visto il pilot di The Walking Dead. Un vicesceriffo, stressato e insoddisfatto a causa di una moglie che non se lo fila quanto lui vorrebbe, sta svolgendo il suo lavoro di paladino della giustizia in un normale giorno come tanti, quand'ecco che un malvivente lo coglie alla sprovvista ferendolo gravemente durante un conflitto a fuoco. Egli va in coma. Per quanto tempo non è dato saperlo, probabilmente qualche mese. Che si tratti di qualche mese è intuibile dal fatto che sul comodino del comatoso è presente un mazzo di fiori, ormai secchi, che sappiamo essere lì dal giorno in cui il suo miglior amico e stimato collega, probabilmente poco dopo l'incidente, si recò a fargli visita. Il comatoso sembra avere una sorta di sfocato “ricordo” di questa visita che mi ha fatto pensare a quei sogni in cui vorresti parlare ma non riesci ad emettere suoni, vorresti correre ma sei come paralizzato, vedi qualcosa ma non puoi aprire gli occhi abbastanza... Insomma l'uomo si desta dal suo coma sognando l'amico che gli parla maneggiando questi fiori.
Si volta farneticando qualcosa, ma nessuno veglia al suo capezzale. Sul suo comodino vi sono però i fiori secch. Egli ne tocca uno e lo stacca dal mazzo. Dunque i fiori secchi non sono di quel secco che lo tocchi e si disfa, ma piuttosto di quel secco che ha ancora una sua consistenza e per staccare un fiore devi tirare un po'. Ecco perchè sono passati mesi e non anni.

E qui, mentre mi perdo in tali assurde inutilità, mi accorgo che Lost mi ha veramente rovinato la vita. Infatti, non solo mi ha delusa all'ultima puntata lasciandomi nella discochiesa con mille domande e nessuna risposta; non solo mi ha fornito innumerevoli dettagli da studiare e approfondire per poi dirmi che non avevano alcuna importanza; ma sopratutto Lost ha fatto sì che io non possa più guardare nemmeno I Barbapapà senza notare ogni dettaglio che non torna e che non è perfettamente coerente, giustificato, consequenziale, plausibile (come il fatto che uno che si risveglia dal coma in un ospedale abbandonato dovrebbe avere una barba molto più lunga di quella e una fame nera). In ultimo, Lost per me è stato e forse resterà, nonostante tutto, la serie più bella di tutti i tempi e quindi ho una grande difficoltà a non fare paragoni ogni volta che mi accosto a qualcos'altro e a non guardarlo, almeno inizialmente, con sospetto. Questo purtroppo è un mio problema che cercherò di risolvere con l'aiuto di un bravo terapista.

Ma torniamo al risveglio. L'uomo guarda i fiori, poi si guarda intorno, è intubato e collegato a macchine che sembrano fuori uso. Si stacca tutto, esce dalla stanza ed inizia a vagare per i corridoi di un ospedale deserto e messo a soqquadro. Vagando vagando si trova di fronte una porta sulla quale è scritto con una bomboletta “Non aprite, morti all'interno”. La porta è sbarrata, ma si intuisce che dentro c'è qualcuno che gradirebbe uscire, spunta persino una mano brutta, ma brutta assai. Sono appunto i sopracitati morti che evidentemente sono anche un po' vivi. Il tizio se la fa sotto e, dopo angoscianti peripezie come cercare l'uscita nel buio totale delle scale di sicurezza con l'ausilio soltanto di qualche cerino e la paura che un cadavere animato gli si possa scagliare addosso dalla tromba delle scale, raggiunge il cortile dell'ospedale dove trova una distesa di cadaveri tutti belli sistemati in fila e avvolti nei loro lenzuoli. E qui mi sorge la prima domanda: i vivi sembrano aver abbandonato questi luoghi; degli zombie si agitano in una stanza dell'ospedale la cui porta è stata sbarrata; altri “normali” cadaveri sono stati messi in fila nel cortile dell'ospedale; perché questi ultimi non sono zombie e quelli dentro all'ospedale sì? E la stanza all'interno dell'ospedale è stata sbarrata perché dentro vi erano degli zombie o per paura che i morti all'interno lo diventassero? E perché invece altri morti sono stati abbandonati nel cortile dell'ospedale senza alcuna precauzione? Sono tutti ex zombie ai quali hanno sparato in testa visto che, come vedremo, questo è l'unico modo per annientarli definitivamente? Ma se avevano scoperto tale magagna, perché allora non hanno sparato in testa pure a quelli barricati dentro la stanza dell'ospedale?

Vabbè insomma, il tizio se ne va in giro in mutande in una città in cui non c'è anima viva e che sembra essere stata evacuata in fretta e furia, incontrando lungo il suo cammino mezzi dell'esercito abbandonati e schifezze varie, tra cui uno zombie senza gambe e una bicicletta. Arriva a casa sua, dove ovviamente non trova nessuno, si ferma un po' in giardino in preda alla tristezza, quand'ecco che sopraggiungono due individui vivi e vegeti, padre e figlio, che dopo averlo preso a palate in faccia si stupiscono del fatto che sappia parlare, cosa che gli zombie non sanno fare, e nel dubbio se lo portano nel loro rifugio.
Sorvoliamo pure sul fatto che in un mondo invaso dagli zombie, in cui le persone normali sono una rarità, eviterei di portarmi a casa un tizio bianco cianotico e con due discrete occhiaie vestito con la camicia dell'ospedale e avvolto in bende macchiate di sangue, ma vabbè, sorvoliamo.

Ora il fatto è questo, l'uomo che se lo porta a casa gli cambia le bende e gli fa un paio di domande. Tra l'altro gli chiede a cosa sia dovuta la sua ferita e se qualche zombie lo abbia morso o graffiato e lui? Lui risponde semplicemente “mi hanno sparato”. E basta. Senza specificare altro, come prevede il ben noto protocollo di sottili inganni, presente in ogni serie americana che si rispetti, secondo il quale è preferibile mantenersi criptici perchè al giorno d'oggi è bene restare riservati anche se siamo rimasti solo io e te e il resto del mondo è popolato dagli zombie! E quell'altro, che aveva fatto pure l'incazzoso specificando che lui faceva le domande e il comatoso doveva rispondere altrimenti le prendeva, mica gli chiede nulla. Non so per esempio: “Scusa sai, ma chi è stato a spararti che qui ci sono solo zombie che, a quanto ne so io, non sanno fare altro che muoversi come bradipi ed emettere versi sgradevoli?”. Ma sì, ma chi se ne frega se in giro c'è qualcun altro di vivo e vegeto che se ne va sparando ai pochi sani rimasti o se, ancora peggio, gli zombie hanno imparato a maneggiare le armi da fuoco. E al comatoso, da parte sua, non interessa approfittare del grande deretano che ha avuto nell'incappare in due brave persone chiedendo loro: “Scusatemi, ma io in verità non ci sto capendo un'emerita mazza. Tutto quello che so è che mi hanno sparato e mi sono da poco svegliato in un ospedale abbandonato. Vi dirò, credo di essere stato in coma per un certo lasso di tempo, vista una questione riguardante dei fiori secchi che però adesso non starò a spiegarvi. A proposito, che anno è? Che giorno è? Così mi calcolo rapidamente quanto tempo è passato. E toglietemi un'altra curiosità, com'è successa questa cosa degli zombie? E dove sono finiti tutti quelli normali? E quando è successo? Cosa dissero i telegiornali? Che ha fatto l'esercito? Esiste ancora un presidente? E il papa? Va bene che ci sono gli zombie, ma perché non funziona più nulla? Elettricità, gas e telecomunicazioni? Si è risvegliato qualche personaggio famoso? Tipo Elvis o Michael Jackson?”
Insomma, nessuno chiede niente, nessuno vuole ulteriori dettagli, ti svegli dal coma, ti ritrovi in un tale scenario e lo accetti così per quello che è senza fare nemmeno una domanda? Mi sta bene che magari la causa reale non la conosca nemmeno l'altro tizio, ma che la domanda venga posta mi sembra quantomeno doveroso. E il cibo a questi? Chi glielo dà?

Vabbè, comunque la puntata va avanti con diverse sparate in fronte a diversi zombie le cui cervella schizzanti sono, devo dire, vomitevoli e ben fatte, mentre il nostro ex comatoso protagonista attraversa scenari desolanti e angosciosi nel tentativo di raggiungere Atlanta, città in cui la situazione dovrebbe essere sotto controllo, ma che in realtà è sotto il controllo degli zombie. E lo sanno bene la moglie e il figlio del protagonista che nel frattempo, accampati alle porte della città con un altro paio di persone, discutono sull'eventualità o meno di mettere dei cartelli per avvisare i viaggiatori che Atlanta, oltre ad essere città d'arte e turismo, esonda di zombie immigrati. Con loro c'è anche il migliore amico e stimato collega, il quale da parte sua ha pensato bene che nessuno più di lui si meritasse di occupare i ruoli di padre e di marito appartenuti al protagonista e rimasti vacanti dopo il suo ferimento.
The Walking Dead è una serie in 6 puntate tratta dall'omonimo fumetto horror creato da Robert Kirkman e pubblicato nel 2003 dalla Image Comics(http://it.wikipedia.org/wiki/The_Walking_Dead). Insomma, questa prima puntata, nonostante le mie considerazioni di poco conto, è certamente ben fatta visto il tema trattato, nauseabonda e angosciante al punto giusto. Alcune scene devo ammettere che sono molto suggestive, come quella in cui il protagonista arriva a cavallo in un'Atlanta apocalittica ove crede di trovare la salvezza e invece trova orde di zombie manifestanti per le strade. Come nel fumetto da cui è tratto (al quale la serie sembra essere molto fedele) il tema centrale dovrebbe essere quello delle decisioni che l'uomo è disposto a prendere in una tale estrema situazione. Certo qualche spiegazione in più e un po' di curiosità verso l'eziologia del fenomeno da parte del protagonista li gradirei. Staremo a vedere, tanto sono solo 6 puntate quindi credo che le vedrò e forse le commenterò. Paura eh?

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3 commenti:

  1. Hai mai provato con The west wing? Provaci con quella a trovare incongruenze, un dialogo sbagliato, un momento sotto ritmo. Io mi sono dovuta vedere 7 serie da 22 puntate ciascuna (ogni puntata è un minifilm costato 2mln di dollari!) in un mese e mezzo. Adesso non ho più amici.

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  2. oddio ma che è io sono leggenda!? la tua descrizione me l'ha ricordato .... un bacio lady bla bla

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  3. Siete due care ragazze e vi mando tanti baci. Per quanto riguarda le incongruenze, cara Chiara, devi senza meno vedere Lost per comprendere il livello maniacale al quale mi riferisco... cose tipo che se c'era una scena in cui un personaggio leggeva il giornale noi si andava a zoommare il fotogramma per leggere la data e scoprire che giorno e che anno fosse. Non so se rendo. E se poi la data era "sbagliata" gli autori si dovevano anche scusare... E non so se rirendo e ridendo mi rodo dentro mentre annaffio il rododendro.

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