sabato 20 novembre 2010

The Walking Dead S.1 Ep. 3. Papà è tornato, lo sanno anche le rane.

D'ora in poi farò un arbitrario mix tra il titolo originale dell'episodio e la sua arbitraria traduzione in italiano per farne uno che ci accontenti un po' a tutti.
Che dire di Tell it to the frogs/Bentornato papà... Come ho già espresso in altro luogo, c'è senz'altro tensione ed è senz'altro ben resa, ma come potrebbe non esserci? Ci sono gli zombie, le città abbandonate, le strade deserte, il buio e il silenzio dai quali potrebbero apparire esseri immondi da un momento all'altro, c'è una razza umana praticamente decimata, c'è la nostalgia delle vecchie abitudini e la consapevolezza che potrebbero non tornare mai più, c'è poco cibo, talmente poco da pensare di poter mangiare rane e scoiattoli e, come dicono le donne sghignazzando mentre lavano i panni, non ci sono più vibratori... Come potrebbe dunque non esserci tensione in questo panorama ansiogeno e al contempo desolante?
Il premio per il miglior attore lo do al ragazzino e al crollo psicologico che si manifesta in lui quando le sue amichette messicane salutano il loro papà e lui non ha ancora visto che c'è anche il suo. Davvero bravissimo mentre la madre tenta di consolarlo. D'altro canto proprio lei, la madre, si merita il teleratto per l'interpretazione peggiore e qui non posso fare a meno di usare le parole scritte in un forum da un certo Tommy_monaghan il quale a ragione asserisce: l'attrice che interpreta la moglie del vice sceriffo ha l'espressività di una cerva illuminata dai fari prima di essere investita.” In effetti la sua reazione alla vista di Rick non mi parve proprio la reazione di una alla quale hanno detto, mentendo, che il marito è morto...Capisco l'iniziale stupore, ma poi un pizzico di sana euforia? Infatti nel corso dell'episodio scopriamo che il miglior amico e stimato collega del vice sceriffo ha ritenuto opportuno far credere al figlio e alla moglie del suo miglior amico e stimato collega che costui fosse morto, un po' per farli fuggire in fretta dalla città, un po' per farsi lei.
Il premio per la battuta più inutile e ingiustificata va alla scena in cui l'asiatico Gleen (il mio favorito per ora) arriva al campo con la macchina di Hazzard e dice che stanno tutti bene tranne Merle (alludendo al suo abbandono sul tetto), fatto del quale egli non poteva saperne proprio nulla visto che, mentre gli altri si precipitavano di sotto per salire sul camion lasciando lì l'energumeno, lui era intento a sgommare in giro per allontanare gli zombie dal centro commerciale.
Gradevole diversivo quello di uno sparuto zombie che riesce ad arrivare nei pressi del campo base e viene sorpreso a piluccare un cervo. Lo zombie viene facilmente annientato dal gruppo che non vedeva l'ora di annientare a mazzate chicchessia. Il vecchio saggio gli taglia via la testa con un'accetta, ma essa continua a smascellare e fare versi dato che il “problema” è nel cervello. A questo punto, anche se una testa senza gambe non può fare granché a parte addentarti un tallone, il fratello di Merle, da poco spuntato dalle fratte rischiando il linciaggio, decide che è meglio per sicurezza piantargli in testa una freccia di balestra. Il violento e irascibile uomo (che ancora non sa nulla della situazione del fratello e sulla cui reazione tutti già si interrogano) si indigna costatando che il cervo, che aveva centrato con la sua balestra, è tutto sbocconcellato dallo zombie e allora chiede agli altri se non si possa eliminare la parte in questione e mangiare il resto, come si fa con lo strato di muffa sulla marmellata e con le mele bacate. Gli altri gli fanno notare che anche in questo caso forse è meglio non rischiare e lui per tutta risposta si riprende le frecce e se le rimette in saccoccia. Certo che se continua a riutilizzare le stesse frecce che pianta in testa agli zombie per cacciare la selvaggina mi sa che le regole base dell'igiene non gli sono ancora del tutto chiare.
Ma arriviamo al dunque, Rick, il fratello di Merle, il nero ciccionetto e Gleen decidono di andare a recuperare armi, bagagli e Merle ad Atlanta, nonostante le perplessità del resto del gruppo che lo lascerebbe volentieri lì dov'è. Nel frattempo Merle alterna preghiere a bestemmie mentre gli zombie tentano di sfondare la porta che li separa dal tetto e si agita come un capitone nel tentativo di raggiungere l'agognato seghetto.
Nel campo, il migliore amico e stimato collega di Rick vuole insegnare al figlio del suo migliore amico e stimato collega i segreti della pesca delle rane, ma sopraggiunge la madre, per niente contenta delle frequentazioni del ragazzino che viene richiamato all'ordine. La donna discute con il suo ex amante di quanto sia stato idiota e bastardo a dirle che il marito era morto. Lui è molto frustrato per la recente perdita del suo status di pater familias, ma troverà presto un modo pratico e veloce per sfogare tutta la sua rabbia travestendola da giustizia sociale. Infatti, sull'altra sponda del laghetto le donne stanno lavando i panni e facendo l'elenco di ciò che gli manca della loro serena e tranquilla vita precedente quando, mentre sghignazzano per aver inserito nell'elenco anche i vibratori, arriva lo scontroso marito di una di loro la prende a schiaffi. Subito sopraggiunge l'ex poliziotto che così può gonfiare di botte fino allo sfinimento lo scontroso, violento e maschilista individuo.
Ad Atlanta il gruppo lascia il camion alle porte della città su dei comodi binari del treno. Arrivano sul tetto, rompono con la tenaglia la catena che tiene chiusa la porta e cosa trovano? La mano di Merle e la manetta insanguinata.
Ora... Primo: dove mai sarà Merle visto che la porta è chiusa? Si è calato con una corda dal trentesimo piano? Secondo: come mi ha fatto argutamente notare la cara Perla che saluto e ringrazio, perché non si è segato solo un pollice (e un pollice di Merle non è cosa da poco)? Terzo: se uno c'ha la forza, anche psicologica, per segarsi un osso e tutto quello che c'è intorno, come può non averne per segare un tubo di ferro arrugginito grande quanto un cannolicchio? E perché alla fine del terzo episodio il protagonista non ha ancora chiesto nulla sull'eziologia del fenomeno? Perché non chiede alla moglie quanto tempo è passato dal loro ultimo incontro? Per quale motivo vanno a prendere l'acqua con la jeep (sprecando benzina preziosa) quando sono accampati ai bordi di un laghetto in cui ci lavano i panni e ci pescano le rane? Ma sopratutto, che fine ha fatto la bomba a mano che Rick si mette in tasca nel secondo episodio? Sarà stata lavata con tutta la divisa dalla gentile e zelante signora?... STATE LONTANI DALLA LAVATRICE!

Ti piacque? Ricevi gli aggiornamenti di TELEmiqp

martedì 9 novembre 2010

The Walking Dead S.1 Ep. 2. Morti che camminano VS vivi che corrono.

"FUGGI DA ATLANTA, NON PER ATLANTA MA PER GLI ATLANTICI"

Il gruppetto di gente accampata alle porte della città sta svolgendo le sue mansioni quotidiane: c'è chi aggiusta un motore senza attrezzi né pezzi di ricambio, chi sta di vedetta e chi va a funghi. Chi va a funghi è Lori, la moglie del protagonista. Lori si addentra nei boschi con il suo bel cestino rosso e qui, nella folta vegetazione, il fruscio del fogliame e i battiti di ali di un volatile creano momenti di forte tensione con lei che si voltà di là e si gira di qua, mentre le inquadrature dal basso ci mostrano repentinamente le foglie di qua, le fronde di là e le fratte di su, riportandoci per un istante agli indimenticabili momenti dei sussurri nella giungla dell'isola. La verità è che la donna si sta preoccupando per niente. Infatti ha un appuntamento con il suo nuovo compagno di disavventure, nonché migliore amico e stimato collega di suo marito, per stare un po' in intimità. Lui pensa che una tale cornice e il clima rilassato e sereno che c'è in questo momento della loro vita siano l'ideale per un bello scherzetto. Così le piomba addosso tappandole la bocca e lei, dopo un principio di infarto, si toglie la catenina che porta al collo in memoria del marito per avere un rapporto fisico con Shane dimenticandosi completamente dei funghi, sia di quelli che si mangiano che di quelli che si attaccano.

Nel frattempo ad Atlanta la voce nel carro armato dà a Rick le coordinate GPS sulla direzione in cui correre una volta che sarà uscito dal mezzo. E così, dopo uno slalom tra gli zombie e una decina di pallottole in testa, Rick si incontra nel luogo stabilito con un nuovo asiatico amico che si chiama Glenn, un po' Miles, un po' ragazzino cinese dei Goonies. Tramite walkie talkie Glenn chiede aiuto a due alleati che, avvolti fino alla testa di tuta nera e nastro adesivo, escono da una porticina per prendere a mazzate in testa alcuni zombie e consentire a Rick e Glenn di penetrare all'interno del centro commerciale in cui il gruppo si è rifugiato (Romero insegna). Che poi, diciamoci la verità, è un po' il sogno segreto di tutti, passare qualche giorno in un centro commerciale per abbuffarsi al supermercato, provarsi tanti vestiti e dormire in un letto in vetrina come fa Heather Parisi in Grandi Magazzini.

Dopo un'iniziale incomprensione, in cui una tipa si presenta a Rick puntandogli una pistola in testa e accusandolo di aver fatto troppo casino e di aver attirato irrimediabilmente l'attenzione degli zombie, il nostro protagonista fa la conoscenza degli altri componenti del gruppo, i quali non sono altro che alcuni membri dell'accampamento alle porte della città in cui risiedono, ovviamente all'insaputa di Rick, anche sua moglie, suo figlio e il suo miglior amico e stimato collega.
L'occasione per fare di Rick la guida spirituale della combriccola si presenta ben presto. Infatti lo spocchioso gradasso del gruppo si diverte a sparare dal tetto in testa agli zombie, che oramai circondano l'edificio, e siccome un ciccionetto di colore gli dà dell'idiota ne deriva un brutto diverbio razziale e un sacco di botte che si risolvono con l'intervento di Rick che ammanetta lo spocchioso gradasso a un tubo di ferro arruginito della circonferenza di un cannolicchio (il che mi fa pensare che costui non resterà lì per sempre). Nel fare ciò il vicesceriffo tiene un bel discorsetto sul fatto che è necessario restare uniti e collaborativi e che proprio non serve un mettitore di zizzania, citando, mi spiace ripetermi ma è proprio così, la celebre filosofia Lostiana del “live together or die alone”.

Dopo aver seguito il consiglio dell'ex impiegata all'ufficio del catasto (non c'è niente da ridere, è proprio così!) il gruppo lascia sul tetto l'ammanettato e si reca nei locali sottostanti alla ricerca di un accesso diretto alle fogne che secondo l'impiegata sarebbe caratteristico in quel tipo di edifici. Ovviamente lo trovano e ovviamente, mentre due di loro si calano per verificare dove conduca, sempre detestando ripetermi ma non potendo farne a meno, tutto mi riporta alla discesa nella Stazione Cigno dalla botola di Lost. Di sotto però non ci sono che topi ed essendoci topi c'è anche uno zombie che se li mangia, fortunatamente dietro una grata chiusa che conduce alla vera e proprio rete fognaria.

I due tornano dagli altri ad escogitare un nuovo sistema per riuscire a fuggire dalla città e ritornare al campo base con i viveri prelevati al supermarket, che poi è il vero motivo del loro viaggio di affari ad Atlanta. E qui si presenta un'altra occasione per consolidare il nuovo status di guida dell'ultimo arrivato Rick, il quale ha un'idea davvero geniale: "Gli zombie ci riconoscono dai rumori e dall'odore, perché loro puzzano di cadavere e noi no. Puzzeremo che accoreremo e ci muoveremo con calma fra di loro nel tentativo di raggiungere il deposito di camion che si vede dal tetto."
Così il gruppetto si rivolge al cadavere di zombie più vicino e se lo porta dentro, qui Rick preleva il portafogli dalle tasche della vittima e indice un minuto di raccoglimento per leggere quale fosse il nome di questo zombie da vivo, quanti anni avesse e da dove venisse (la stessa cosa che accade in Lost quando decidono di seppellire le vittime dello schianto aereo e di dire due parole su ognuno prendendo spunto dai documenti, dalle foto e dal contenuto dei loro bagagli. Di nuovo Lost.)
Terminato il funerale, comincia la festa e così i nostri, vestiti da bidelli, cominciano a prendere a colpi di accetta quel povero corpo tra versi di schifo, rumori nauseabondi di spappolii e qualcuno che giustamente vomita. E pensare che poco prima, per uscire un attimo a dare due mazzate in testa a quattro zombie, si erano avvolti interamente nella felpa e nel nastro adesivo, mentre adesso maneggiano la poltiglia ottenuta raccomandandosi semplicemente di non farla entrare in contatto con la pelle e gli occhi, protetti soltanto da un grembiule e dei guanti di gomma da massaia...
Tritato finemente il tutto, il gruppo aiuta Rick e Glenn a spalmarsi di frattaglie e a sistemarsi pezzi di intestino intorno al collo a mò di sciarpetta vintage. In questo modo, non solo danno un senso alla volontà di donare gli organi del pover'uomo (volontà ironicamente ricordata poco prima insieme ai suoi dati anagrafici), ma danno un senso anche al titolo originale dell'episodio che in effetti è “Guts” che significa appunto budella, interiora ma anche fegato nel senso di coraggio e al quale in Italia, invece di tradurlo con un semplicissimo “Fegato” appunto, hanno preferito incomprensibilmente il titolo di “Una via d'uscita”. Bah.

Spalmati di melma i due escono dall'edificio e, camminando come zombie tra gli zombie ossia lenti, sbilenchi e maleodoranti, riescono a raggiungere il deposito di automezzi con i mortiviventi oramai alle calcagna, visto che nel frattempo è sopraggiunta la pioggia a lavare via un po' di melma e un po' di puzza. Fortuna vuole che i due trovino subito l'armadietto contente le varie chiavi, nonchè il camion corrispondente alla chiave che hanno preso loro che, grazie al cielo, ha pure la benzina. Subito dopo si fermano per strada e prendono in prestito una macchina qualsiasi che Rick accende con i cavetti (ma non poteva dirlo prima che sapeva accendere le macchine con i cavetti?) in modo che Glenn possa guidarla per distrarre gli zombie con inchiodate e sgommamenti, mentre l'altro tenta di raggiungere indisturbato il centro commerciale per prelevare il resto del gruppo. Resto del gruppo che nel frattempo sta scendendo in fretta e furia dal tetto, fregandosene del tipo ammanettato che urla e strepita di non abbandonarlo muovendo a compassione il ciccionetto di colore che, tornando indietro a liberare colui che lo aveva insultato e picchiato, inciampa nella cassetta degli attrezzi e si lascia sfuggire la chiave delle manette che centra perfettamente, manco fosse Tiger Woods, il buchino di un comignolo lì presente. E allora quello ricomincia a insultarlo e il ciccionetto scappa via dicendo che non è colpa sua, ma deve andare sennò gli altri lasciano lì pure lui. Solo che andando via è nuovamente mosso dalle urla dell'energumeno e allora decide di chiuderlo fuori mettendo il lucchetto alla porta che conduce al tetto. Non mi è chiaro se il ciccionetto chiuda la porta per evitare che eventuali zombie possano raggiungere l'ammanettato o se voglia invece chiudere fuori l'ammanettato stesso per paura che possa un giorno liberarsi, rincorrerlo e gonfiarlo di botte nuovamente.

Conclusione: il ciccionetto e il resto del gruppo salgono sul camion con gli zombie dietro dietro che nel frattempo sono riusciti a penetrare nell'edificio spaccando una vetrina con una pietra (dunque anche loro così stupidi non sono); Glenn fugge anche lui dalla città sgommando come un matto con la sua macchina rubata perché oramai ci ha preso gusto; l'energumeno ammanettato aspetta di “die alone” sul tetto, visto che non è stato in grado di “live together”, ma per quanto riguarda quest'ultimo qualcosa mi dice che inciampando nella scatola degli attrezzi il ciccionetto abbia avvicinato all'amanettato il seghetto con il quale forse riuscirà a liberarsi da quel tubo cannolicchio e magari a tornare al campo base portando con sè vendetta, atrocità, terremoto e tragedia, ira di Dio, laco di sancue ecc ecc.

Siamo giunti alla fine del secondo episodio e il protagonista che, vorrei ricordare, ha una granata inutilizzata nella tasca dei pantaloni, non ha ancora chiesto nulla su eziologia del fenomeno, giorno, mese, anno o qualunque altro tipo di informazione egli possa ottenere da una qualunque persona che non abbia passato l'ultimo periodo in coma.

La produzione ha confermato una seconda serie di 13 puntate. Paura eh?

Ti piacque? Ricevi gli aggiornamenti di TELEmiqp

venerdì 5 novembre 2010

Morti viventi VS vivi morenti

Ho visto il pilot di The Walking Dead. Un vicesceriffo, stressato e insoddisfatto a causa di una moglie che non se lo fila quanto lui vorrebbe, sta svolgendo il suo lavoro di paladino della giustizia in un normale giorno come tanti, quand'ecco che un malvivente lo coglie alla sprovvista ferendolo gravemente durante un conflitto a fuoco. Egli va in coma. Per quanto tempo non è dato saperlo, probabilmente qualche mese. Che si tratti di qualche mese è intuibile dal fatto che sul comodino del comatoso è presente un mazzo di fiori, ormai secchi, che sappiamo essere lì dal giorno in cui il suo miglior amico e stimato collega, probabilmente poco dopo l'incidente, si recò a fargli visita. Il comatoso sembra avere una sorta di sfocato “ricordo” di questa visita che mi ha fatto pensare a quei sogni in cui vorresti parlare ma non riesci ad emettere suoni, vorresti correre ma sei come paralizzato, vedi qualcosa ma non puoi aprire gli occhi abbastanza... Insomma l'uomo si desta dal suo coma sognando l'amico che gli parla maneggiando questi fiori.
Si volta farneticando qualcosa, ma nessuno veglia al suo capezzale. Sul suo comodino vi sono però i fiori secch. Egli ne tocca uno e lo stacca dal mazzo. Dunque i fiori secchi non sono di quel secco che lo tocchi e si disfa, ma piuttosto di quel secco che ha ancora una sua consistenza e per staccare un fiore devi tirare un po'. Ecco perchè sono passati mesi e non anni.

E qui, mentre mi perdo in tali assurde inutilità, mi accorgo che Lost mi ha veramente rovinato la vita. Infatti, non solo mi ha delusa all'ultima puntata lasciandomi nella discochiesa con mille domande e nessuna risposta; non solo mi ha fornito innumerevoli dettagli da studiare e approfondire per poi dirmi che non avevano alcuna importanza; ma sopratutto Lost ha fatto sì che io non possa più guardare nemmeno I Barbapapà senza notare ogni dettaglio che non torna e che non è perfettamente coerente, giustificato, consequenziale, plausibile (come il fatto che uno che si risveglia dal coma in un ospedale abbandonato dovrebbe avere una barba molto più lunga di quella e una fame nera). In ultimo, Lost per me è stato e forse resterà, nonostante tutto, la serie più bella di tutti i tempi e quindi ho una grande difficoltà a non fare paragoni ogni volta che mi accosto a qualcos'altro e a non guardarlo, almeno inizialmente, con sospetto. Questo purtroppo è un mio problema che cercherò di risolvere con l'aiuto di un bravo terapista.

Ma torniamo al risveglio. L'uomo guarda i fiori, poi si guarda intorno, è intubato e collegato a macchine che sembrano fuori uso. Si stacca tutto, esce dalla stanza ed inizia a vagare per i corridoi di un ospedale deserto e messo a soqquadro. Vagando vagando si trova di fronte una porta sulla quale è scritto con una bomboletta “Non aprite, morti all'interno”. La porta è sbarrata, ma si intuisce che dentro c'è qualcuno che gradirebbe uscire, spunta persino una mano brutta, ma brutta assai. Sono appunto i sopracitati morti che evidentemente sono anche un po' vivi. Il tizio se la fa sotto e, dopo angoscianti peripezie come cercare l'uscita nel buio totale delle scale di sicurezza con l'ausilio soltanto di qualche cerino e la paura che un cadavere animato gli si possa scagliare addosso dalla tromba delle scale, raggiunge il cortile dell'ospedale dove trova una distesa di cadaveri tutti belli sistemati in fila e avvolti nei loro lenzuoli. E qui mi sorge la prima domanda: i vivi sembrano aver abbandonato questi luoghi; degli zombie si agitano in una stanza dell'ospedale la cui porta è stata sbarrata; altri “normali” cadaveri sono stati messi in fila nel cortile dell'ospedale; perché questi ultimi non sono zombie e quelli dentro all'ospedale sì? E la stanza all'interno dell'ospedale è stata sbarrata perché dentro vi erano degli zombie o per paura che i morti all'interno lo diventassero? E perché invece altri morti sono stati abbandonati nel cortile dell'ospedale senza alcuna precauzione? Sono tutti ex zombie ai quali hanno sparato in testa visto che, come vedremo, questo è l'unico modo per annientarli definitivamente? Ma se avevano scoperto tale magagna, perché allora non hanno sparato in testa pure a quelli barricati dentro la stanza dell'ospedale?

Vabbè insomma, il tizio se ne va in giro in mutande in una città in cui non c'è anima viva e che sembra essere stata evacuata in fretta e furia, incontrando lungo il suo cammino mezzi dell'esercito abbandonati e schifezze varie, tra cui uno zombie senza gambe e una bicicletta. Arriva a casa sua, dove ovviamente non trova nessuno, si ferma un po' in giardino in preda alla tristezza, quand'ecco che sopraggiungono due individui vivi e vegeti, padre e figlio, che dopo averlo preso a palate in faccia si stupiscono del fatto che sappia parlare, cosa che gli zombie non sanno fare, e nel dubbio se lo portano nel loro rifugio.
Sorvoliamo pure sul fatto che in un mondo invaso dagli zombie, in cui le persone normali sono una rarità, eviterei di portarmi a casa un tizio bianco cianotico e con due discrete occhiaie vestito con la camicia dell'ospedale e avvolto in bende macchiate di sangue, ma vabbè, sorvoliamo.

Ora il fatto è questo, l'uomo che se lo porta a casa gli cambia le bende e gli fa un paio di domande. Tra l'altro gli chiede a cosa sia dovuta la sua ferita e se qualche zombie lo abbia morso o graffiato e lui? Lui risponde semplicemente “mi hanno sparato”. E basta. Senza specificare altro, come prevede il ben noto protocollo di sottili inganni, presente in ogni serie americana che si rispetti, secondo il quale è preferibile mantenersi criptici perchè al giorno d'oggi è bene restare riservati anche se siamo rimasti solo io e te e il resto del mondo è popolato dagli zombie! E quell'altro, che aveva fatto pure l'incazzoso specificando che lui faceva le domande e il comatoso doveva rispondere altrimenti le prendeva, mica gli chiede nulla. Non so per esempio: “Scusa sai, ma chi è stato a spararti che qui ci sono solo zombie che, a quanto ne so io, non sanno fare altro che muoversi come bradipi ed emettere versi sgradevoli?”. Ma sì, ma chi se ne frega se in giro c'è qualcun altro di vivo e vegeto che se ne va sparando ai pochi sani rimasti o se, ancora peggio, gli zombie hanno imparato a maneggiare le armi da fuoco. E al comatoso, da parte sua, non interessa approfittare del grande deretano che ha avuto nell'incappare in due brave persone chiedendo loro: “Scusatemi, ma io in verità non ci sto capendo un'emerita mazza. Tutto quello che so è che mi hanno sparato e mi sono da poco svegliato in un ospedale abbandonato. Vi dirò, credo di essere stato in coma per un certo lasso di tempo, vista una questione riguardante dei fiori secchi che però adesso non starò a spiegarvi. A proposito, che anno è? Che giorno è? Così mi calcolo rapidamente quanto tempo è passato. E toglietemi un'altra curiosità, com'è successa questa cosa degli zombie? E dove sono finiti tutti quelli normali? E quando è successo? Cosa dissero i telegiornali? Che ha fatto l'esercito? Esiste ancora un presidente? E il papa? Va bene che ci sono gli zombie, ma perché non funziona più nulla? Elettricità, gas e telecomunicazioni? Si è risvegliato qualche personaggio famoso? Tipo Elvis o Michael Jackson?”
Insomma, nessuno chiede niente, nessuno vuole ulteriori dettagli, ti svegli dal coma, ti ritrovi in un tale scenario e lo accetti così per quello che è senza fare nemmeno una domanda? Mi sta bene che magari la causa reale non la conosca nemmeno l'altro tizio, ma che la domanda venga posta mi sembra quantomeno doveroso. E il cibo a questi? Chi glielo dà?

Vabbè, comunque la puntata va avanti con diverse sparate in fronte a diversi zombie le cui cervella schizzanti sono, devo dire, vomitevoli e ben fatte, mentre il nostro ex comatoso protagonista attraversa scenari desolanti e angosciosi nel tentativo di raggiungere Atlanta, città in cui la situazione dovrebbe essere sotto controllo, ma che in realtà è sotto il controllo degli zombie. E lo sanno bene la moglie e il figlio del protagonista che nel frattempo, accampati alle porte della città con un altro paio di persone, discutono sull'eventualità o meno di mettere dei cartelli per avvisare i viaggiatori che Atlanta, oltre ad essere città d'arte e turismo, esonda di zombie immigrati. Con loro c'è anche il migliore amico e stimato collega, il quale da parte sua ha pensato bene che nessuno più di lui si meritasse di occupare i ruoli di padre e di marito appartenuti al protagonista e rimasti vacanti dopo il suo ferimento.
The Walking Dead è una serie in 6 puntate tratta dall'omonimo fumetto horror creato da Robert Kirkman e pubblicato nel 2003 dalla Image Comics(http://it.wikipedia.org/wiki/The_Walking_Dead). Insomma, questa prima puntata, nonostante le mie considerazioni di poco conto, è certamente ben fatta visto il tema trattato, nauseabonda e angosciante al punto giusto. Alcune scene devo ammettere che sono molto suggestive, come quella in cui il protagonista arriva a cavallo in un'Atlanta apocalittica ove crede di trovare la salvezza e invece trova orde di zombie manifestanti per le strade. Come nel fumetto da cui è tratto (al quale la serie sembra essere molto fedele) il tema centrale dovrebbe essere quello delle decisioni che l'uomo è disposto a prendere in una tale estrema situazione. Certo qualche spiegazione in più e un po' di curiosità verso l'eziologia del fenomeno da parte del protagonista li gradirei. Staremo a vedere, tanto sono solo 6 puntate quindi credo che le vedrò e forse le commenterò. Paura eh?

Ti piacque? Ricevi gli aggiornamenti di TELEmiqp