mercoledì 23 ottobre 2013

Conad: quando la crisi, da economica, diventa coniugale e poi bulimica.

Finalmente gli uomini hanno una scusa tutta nuova per alzarsi nel cuore della notte e abbandonare il letto coniugale. D'altra parte quella delle sigarette risultava davvero troppo inflazionata e anacronistica, soprattutto se sei fra i numerosi che hanno smesso. Senza contare che il fatto che i problemi economici dell'Italia non ti facciano dormire la notte ti pone in una luce tale da giustificare una tua candidatura e probabile vittoria alle prossime elezioni. 
E così tua moglie potrà immaginarti come con lei non ti sei mai mostrato: intento a scegliere con scrupolo, calma, sommo interesse e raziocinio il prodotto più fresco e conveniente sullo scaffale. O magari potrebbe semplicemente rosicare.

“Cara, c'è un problema.”
“Tra di noi?”
“No. Tra la gente.”
“Bravo! Mo c'è pure tra di noi, dato che mi hai svegliato per dirmi sta cazzata.”


“Amore... "
“Che c'è?”
“Devo controllare la freschezza.”
“A quest'ora?"
"Eh si. Ora."
"Ok. Hai un problema di bulimia. Sappi che le persone normali lo risolvono aprendo il frigo, non il supermercato. ”






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mercoledì 3 luglio 2013

Per una carne disgustosa per molti, uno spot disgustoso per tutti.

Si lo so, è tanto che non scrivo, ma so che a voi non interessa che io stia a qui a raccontare perché è tanto che non scrivo, per cui vi evito inutili e poco interessanti dissertazioni su quali siano le motivazioni del perché è tanto che non scrivo.

È brutto, è brutto ed è anche brutto.
Che cos'è?
Lo spot Sapore Salute sulla carne di cavallo. Ora io non sono un'animalista, chi mi conosce lo sa, sono una brutta persona che vuole bene solo agli animali che conosce personalmente.

Tutto questo per dire che non voglio entrare nel merito se sia giusto o sbagliato mangiare carne di cavallo. Voglio invece entrare nel merito se sia giusto o sbagliato realizzare una pubblicità tanto brutta e forse anche dal messaggio un po' fuorviante.

Partiamo dal presupposto che in molti, al solo sentir parlare di carne cavallo, arricciano e storcono il naso facendo uscire un pezzetto di lingua in segno di schifo e disgusto, pensando a quel sapore dolciastro che in realtà non hanno nemmeno mai assaggiato in vita loro. Ecco, lo spot in questione sembra essere stato realizzato per produrre più o meno la stessa reazione.

Un bambino disegnato male spunta dal marchio e saluta i telespettatori.
Subito dopo, senza nesso alcuno, lo vediamo con un Super Santos marchiato "Sapore Salute" sotto al braccio bussare a quella che sembra la porta di uno studio medico. Il disegno brutto esclama a chi gli apre: "E ora?"

Già mille interrogativi mi pervadono e tra questi anche il perché al bambino non abbiano insegnato a dire "buongiorno e buonasera" e a porre domande che siano un pochino più specifiche di un semplice "E ora?".

Non si sa come mai, ma in questo mondo disegnato male apre la porta un uomo in carne e ossa doppiato male. L'uomo lavora in camice in un ufficio, l'ufficio controllo qualità Sapore Salute.

L'uomo vero, non si sa come, capisce perfettamente quale sia la reale preoccupazione del disegno animato e nel rassicurarlo compie l'innaturale gesto di accarezzare il nulla.

Lo spot prosegue con il disegno brutto di un uomo adulto che indossa una maglietta "Sapore Salute" e accenna un nitrito nel dire: "Iiio la mangio e mi sento in forma". Subito dopo appare il disegno brutto di una donna, dai lineamenti anche un po' cavallini, che dice di scegliere la carne equina per i pochi grassi.

Filo conduttore di tutto lo spot è il Super Santos "Sapore Salute" che passa da un disegno brutto all'altro cadenzando le rispettive battute.

Il messaggio di tutto sembra essere il seguente: i cartoni animati disegnati male amano mangiare carne di cavallo per svariati motivi. I bambini disegnati male vivono nella preoccupazione che la carne equina non sia controllata. Ma i controlli ci sono eccome e vengono fatti addirittura da uomini in carne e ossa che parlano con voci altrui. I cartoni animati possono stare tranquilli.

Ma il vero mistero è: perché reclamizzare un cibo da molti considerato di dubbio gusto con uno spot di cattivo gusto?

Nel filmare con mezzi rudimentali direttamente dal televisore la pubblicità sopra descritta, che non trovavo in rete, il dio dei palinsesti mi ha regalato a conclusione dello spot un'immagine finale cui affido tutto il mio senso di sconcerto misto a rabbia e incredulità.







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martedì 4 dicembre 2012

Il mio glasso glasso Natale con Csaba, principessa aliena

Sta arrivando il Natale: la casa si colora di rosso, i viali si illuminano di lucine stellate e Bruno Vespa presenta il suo nuovo libro a Sky TG24. 

Personalmente io il Natale lo stimo molto, mi piace proprio e pure quelle cene e pranzi con tutti i parenti... mi piacciono proprio, non come molte persone che appena sentono parlare di Natale dicono subito “che noia, che calorie...” No! A me il Natale garba parecchio. Mi piace vedere Frankestein Junior a tarda notte, mi piacciono le canzoni di Natale, le nocelle tostate e mi piace assai fare l'albero. Soprattutto mi piace curare personalmente la creazione di addobbi che poi la gente quando li vede dice “Ma perché? Ma quando? Ma come? Bello però.”

Detto ciò, potete immaginare la mia grande curiosità quando ho scoperto che, da sabato 1 dicembre, Real Time avrebbe trasmesso il nuovo programma “Natale con Csaba” che però pochi giorni dopo è diventato “Merry Christmas con Csaba”. Non saprei dirvi il perché di questo repentino cambiamento di titolo, forse avranno pensato che usando l'inglese Csaba sarebbe risultato un nome meno strano.

Dalla pubblicità avevo inteso che la trasmissione avrebbe parlato di addobbi faidatè, ghirlande e decorazioni anche per le gambe dei tavolini e lo scarico del wc. E invece no. Si parla di burro. 
La trasmissione comincia con Csaba, vestita e acconciata come la donnina della zuppa Campbell, che addobba un albero con una dozzina di minorenni che scopriremo poi essere in realtà i suoi 4 figli biondi e svizzeri, che rispondono a tutto con: “Sì mamma”.

Csaba inizia a dirci di quanto dicembre sia un mese speciale, pieno di cose da fare: “la casa da decorare, le ricette speciali da scegliere, gli amici, la famiglia. Arriva anche un po' di sana agitazione.” 
Sorride Csaba, mentre addobba l'albero con movimenti lenti e aggraziati, ma siccome è posseduta dallo spirito del Natale urge assolutamente che vada in cucina a preparare un menù speciale per la merenda dei bambini che sono troppo magri. Per cui li lascia indisturbati a scalare la vetta di un albero di due metri per appendere le decorazioni mancanti.

Ed ecco che Csaba, con la sua gonna rotante, arriva in cucina, si infila il grembiale (perché così lo chiamavano le donne dell'epoca sua) e ci fissa con aria di sfida. Poi, di nuovo, ci torna a parlare di ansia: “In cucina ho due regole, calma e organizzazione. Perché basta seguire un ordine preciso nella realizzazione delle ricette per arrivare in fondo e senza ansia.” Vabbè, sarà stremata da tutti questi figli, ho pensato. E poi continua: “Quando devo cucinare più di un piatto mi piace prepararmi una scaletta.” Interessante, penso, ora delineerà per iscritto uno schema come quelli che io di solito mi figuro mentalmente, tipo: “mentre aspetto che il forno si scaldi faccio questo, mentre ho quello in forno faccio quest'altro...” invece no. La sua scaletta consiste nello scrivere sulla lavagna le tre cose che ha deciso di preparare. Ché dovesse fare che se le dimentica. Per cui procede e scrive:
1 – biscotti
2 – cupcakes
3 – pane
Quindi riguarda un attimo la lista appena scritta per ricordarsi cosa deve fare, prima di condurci per mano in questo fantastico viaggio nel colesterolo.

Ella impasta come se stesse danzando al ritmo di un valzer, con un sorriso da teddy bear senza labbro superiore e occhi simili a quelli dei personaggi del video di Black Hole Sun dei Soundgarden. Inoltre, non so come mai, ma quando parla sembra che abbia appena finito di mangiare una caramella mou e che si stia ancora gustando un po' di quel mou che le è rimasto attaccato sui denti. Fateci caso.

Csaba fa cose un po' strane, tipo pesare le uova. Lei non dice che servono due uova, lei dice che ne servono 90 grammi e siccome dice anche che con le uova tocca essere precisissimi, con un cucchiaino si mette a togliere 10 grammi di chiara di troppo. E perché di chiara e non di rosso? Mi domando...
Ma andiamo avanti. Mentre assapora la sua caramella mou immaginaria, ella spezzetta con gusto panetti e panetti di burro per realizzare quei biscotti a forma di pupazzetti che di lì a poco chiamerà “i miei bambini”, non paga di tutti quelli che già ha dillà in salotto.

Finalmente arriva il momento dei cupcake, per la preparazione dei quali si avvarrà della collaborazione di due tra i suoi innumerevoli figli, Dodo e Giaki, addetti a rispondere “si mamma” e al leccaggio dei cucchiai.
Fatto anche questo, procede con la preparazione di una glassa dal peso specifico maggiore del casatiello, a base di burro, cioccolato bianco e mascarpone. Da questo momento in poi si parlerà molto di glassa, che lei ama spalmare un po' ovunque, probabilmente anche sul viso come maschera di bellezza.

Poi Csaba allestisce la “zona merenda” e ci consiglia dove meglio sistemarla con coperte, cuscini e peluche. Certo, davanti al camino sarebbe l'ideale, ma se proprio non ce l'hai fa lo stesso. L'importante è che i bambini possano allegramente giocare e mangiare al contempo, sbriciolando diligentemente nel salotto buono. Essi, teneri, calmi e sorridenti, sono tutti ben seduti a terra con un animaletto ciascuno. Nessuno che dice “cacca!”, nessuno che grida a gran voce “Nintendo DS! Xbox! TV!”, nessuno che fa la spia o si lamenta di violenze o vessazioni subite. A questo punto lamammachelavora, se ancora non lo ha fatto, esce frettolosamente di casa per acquistare un bazooka al fine di usarlo contro il televisore.

Intanto Csaba, sempre più posseduta dallo spirito del Natale, deve tornare in cucina. Infatti “i bambini stanno giocando tranquilli” (un esempio di ossimoro simile a “ghiaccio bollente”) e lei può dedicarsi alla realizzazione di una pietanza che mai nella vita ho così tanto desiderato non mangiare. Trattasi di un pane a base di farina, zucchero, lievito, latte, uova, scorza di agrumi, mandorle, uvetta, mirtilli e, che te lo dico a fa, burro, “perfetto per la merenda dei bambini, ma anche per la colazione dei grandi". Certamente lo sarà, sopratutto se poi devi tornare a dormire, visto che esso all'interno nasconde anche un bel dirigibile di marzapane da 175 grammi, “una fantastica sorpresa al momento di tagliare le fette”.

Il pane è pronto e a questo punto Csaba può dedicarsi alla decorazione dei cupcakes per la merenda dei prossimi giorni, ma nel farlo emette un gemito di dissenso ed esclama “che disastro!” quando un po' di glassa cade sul tavolo.
A questo punto lamammachelavora esce frettolosamente di casa per acquistare una granata al fine di lanciarla su quel che resta del televisore.

Sembra che Csaba abbia ormai finito, ma dato che i bambini, i quali credo siano stati precedentemente sedati con un anestetico per cavalli, stanno ancora contando i peli dei peluche, lei glasserà anche i biscotti. E siccome ormai è posseduta anche dallo spirito della glassa, pure il pane con sorpresa sarà glassato e tutto ciò mica con la stessa unica glassa, ma sempre con glasse diverse, si intende. Poi porta il pane ai bambini, che sono ancora seduti lì dove li avevamo lasciati con i loro orsetti e coniglietti a vedere che begli occhietti e boccucce hanno quei begli animaletti.

Finalmente Csaba si siede in poltrona per godersi un po' di meritato relax e dedicarsi alla scrittura del suo diario. A questo punto lamammachelavora esce frettolosamente di casa dicendo che va a comprare le sigarette per poi non tornare mai più. Csaba invece comincia a "mettere su carta questa giornata meravigliosa". La scrittura del diario è un po' come la famosa scaletta che si era appuntata prima di cominciare... ci si aspetta chissà quale dritta, chissà quale poesia e poi il tutto si riduce a una lista. Perché giustamente prima devi ricordarti cosa devi fare e poi devi ricordarti cosa hai fatto. Però nella seconda lista l'aggiunta di alcuni aggettivi regala al tutto un sapore da temino di terza elementare, infatti Csaba, sempre traboccante di grazia, scrive: "Oggi ho fatto i biscotti per l'albero, le cupcakes con la glassa colorata e il pane morbido di Natale." The End e titoli di coda. Finisce proprio così. 

La metà del tempo che ci ho messo per scrivere questo post l'ho impiegata per ricontrollare più e più volte di aver scritto Csaba e non Casba. Buon nervoso a tutti.

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giovedì 4 ottobre 2012

Sono Porci Questi Romani

Ieri camminavo per la via e ad un certo punto ho incontrato la rabbia. Aveva capelli piastrati, sguardo materno e le sue inconfondibili guance da pupazzo da ventriloquo. Una faccia da quella cosa che spesso fa provincia, ma che in questo caso fa addirittura Regione.
La prima cosa che ho pensato è stata: “ma si può?” 
La seconda è stata: “No, ma si può?”
Poi un pensiero diverso si è manifestato tra questi tutti uguali: Swiffer. 
Immediatamente dopo, un altro: hai bisogno di uno bravo che ti guarisca da questa ridicola ossessione per lo Swiffer.
Ma il fatto è: voi conoscete macellai vegeteriani? O deputati che si abbassano lo stipendio? Ognuno, giustamente, cura i propri interessi. E allora perché a una che si chiama Polverini è consentito venirci a parlare di pulizia? 

Ed è qui che entra in ballo lo Swiffer: per una volta potrebbe dare un messaggio serio e positivo con una Renata miniaturizzata che corre tra le fughe del pavimento. La vittima dello spot sarebbe dunque, ancora una volta, una donna (così non perdiamo di mira il target e siamo tutti contenti) e lo slogan non subirebbe particolari variazioni, La Polverini non dura perchè Swiffer la cattura. Sarebbe un successo di critica e pubblico. E poi azioni di guerrilla con gente armata di Swiffer sotto al Consiglio regionale. 

Gli ho voluto proprio male a quel manifesto e ho provato livore e costernazione per la nostra condizione di impotenti cittadini, che sul manifesto possiamo disegnarci i baffi o altre cose oscene, strapparli o dargli fuoco, senza comunque riuscire mai a sfuggire al terribile destino che ci costringerà, fino alla fine dei giorni, a vedere per le strade questa ed altre facce, i loro occhi mentirosi e le loro fantasiose dichiarazioni. 
 
Concludo con questo filmato che ben sinstetizza tutta la questione della pulizia, della presa in quel post e del terribile incubo che stiamo vivendo:





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giovedì 27 settembre 2012

Sex and the Dirty


Sorvolando su facili algoritmi lessicali che ci suggeriscono che a queste donne, amanti dei toni del grigio e del marrone, piace parecchio farsi fare quella cosa che comincia per "sco" e finisce con "pare" (ma solo da Swiffer, che le altre scope sono buone solo a farti rovinare al suolo) mi chiedo, anche con un certo ritardo (dato che lo spot è vecchiotto), ancora una volta, come sia possibile. Come sia possibile che qualcuno abbia avuto una simile idea, il coraggio di non tenersela per sé e che un marchio abbia deciso di farla sua. Perché nessuno è intervenuto mentre Sex and the City veniva assimilato a una porcheria, una schifezza, Lo Sporco? Come hanno potuto permettere che le voci di Carrie e Samantha fuoriuscissero da donne amanti dei toni del grigio e del marrone?

Queste sudicie zozze vivono e vagano nelle fessure del tuo pavimento in cerca di un night o di qualunque altra cosa che possa attrarle a sé, basta che lo faccia con un minimo di garbo. Non una mazza qualunque insomma, ma uno straccio (di uomo?) quello sì, e che magari le faccia anche dire “mai spolverato così prima”. 

Perché, in fondo, cosa sono le donne, se non un ammasso di polvere, sporco e capelli?

E un alone di nostalgico rimpianto mi avvolge nel rimembrare l'ingenua ironia di drive-iniana memoria del buon vecchio Tommaso, la scopa ficcanaso...


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mercoledì 23 maggio 2012

PICCOLE DONNE CRESCONO LA CLONAZIONE


Ho passato mesi e mesi googleando alla ricerca di questa immagine. Mesi e mesi a cercare di ricordare il nome della marca di questa pubblicità. Poi stamattina, al primo raggio di schermo tv, l'ho rivista.
Eccola, appena ritrasmessa in questo momento. La pubblicità di Estetil.
Quella in cui una donna tiene in braccio una donna che è la stessa donna che la tiene in braccio che al mercato mio padre comprò. Una visione che ti fa alzare dal letto con la voglia di spaccare tutto.
Come si può, anche solo pensare, ad una simile, pura e semplice trasposizione di un concetto in un'immagine, senza sentirsi una nullità? E come si può non cambiare idea quando, guardando il risultato, ci si accorge che è inquietante e fa paura per non si sa bene quale motivo, pur non essendo un film di David Lynch? Deve essere subentrato un altro meccanismo. Quello del "Spieghiamo alla gente perchè lo abbiamo fatto. Rendiamo chiaro il nostro intento. Ribadiamolo anche a parole."
Avere cura di te, il segreto per restare giovane.
Ma certo! Ora sì che è tutto chiaro! Ecco perchè una donna tiene in braccio se stessa. Perchè si prende cura di sé come di un figlio. E la donna tenuta in braccio è la sua minimè, più piccolina, perchè giustamente quando uno è più giovane si dice anche che è più piccolo. Ora si!

Del tipo... devo dire che una borsa è bella. Allora metto una borsa davanti allo specchio che si mette il rossetto e il mascara grazie a due braccia umane che le ho attaccato con Photoshop. E poi scrivo: La borsa si fa bella.

E loro che avranno persino concluso il brainstorming dicendo: "Perfetto. Tutto torna. Abbiamo chiuso il cerchio".

*La mano sinistra della donna grande sembra uscire non dico da dove della donna piccola.
*La minimè ha piedi e mani davvero troppo troppo grandi.
*La foto l'ho gentilemte presa in prestito dal sito psdisaster che oltre a condividere la mia angoscia, svergogna le peggiori photoshoppate del pianeta.

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