Sta
arrivando il Natale: la casa si colora di rosso, i viali si
illuminano di lucine stellate e Bruno Vespa presenta il suo nuovo
libro a Sky TG24.
Personalmente io il Natale lo stimo molto, mi piace
proprio e pure quelle cene e pranzi con tutti i parenti... mi
piacciono proprio, non come molte persone che appena sentono parlare
di Natale dicono subito “che noia, che calorie...” No! A me il
Natale garba parecchio. Mi piace vedere Frankestein Junior a
tarda notte, mi piacciono le canzoni di Natale, le nocelle tostate e
mi piace assai fare l'albero. Soprattutto mi piace curare
personalmente la creazione di addobbi che poi la gente quando li vede
dice “Ma perché? Ma quando? Ma come? Bello però.”
Detto
ciò, potete immaginare la mia grande curiosità quando ho
scoperto che, da sabato 1 dicembre, Real Time avrebbe trasmesso il
nuovo programma “Natale con Csaba” che però pochi giorni dopo è
diventato “Merry Christmas con Csaba”. Non saprei dirvi il perché
di questo repentino cambiamento di titolo, forse avranno pensato che
usando l'inglese Csaba sarebbe risultato un nome meno strano.
Dalla
pubblicità avevo inteso che la trasmissione avrebbe parlato di
addobbi faidatè, ghirlande e decorazioni anche per le gambe dei
tavolini e lo scarico del wc. E invece no. Si parla di burro.
La
trasmissione comincia con Csaba, vestita e acconciata come la donnina
della zuppa Campbell, che addobba un albero con una dozzina di
minorenni che scopriremo poi essere in realtà i suoi 4 figli biondi
e svizzeri, che rispondono a tutto con: “Sì mamma”.
Csaba
inizia a dirci di quanto dicembre sia un mese speciale, pieno di cose da fare: “la casa da decorare, le ricette speciali da
scegliere, gli amici, la famiglia. Arriva anche un po' di sana
agitazione.”
Sorride Csaba, mentre addobba l'albero con movimenti lenti e
aggraziati, ma siccome è posseduta dallo spirito del Natale urge
assolutamente che vada in cucina a preparare un menù speciale
per la merenda dei bambini che sono troppo magri. Per cui li lascia
indisturbati a scalare la vetta di un albero di due metri per
appendere le decorazioni mancanti.
Ed
ecco che Csaba, con la sua gonna rotante, arriva in cucina, si infila
il grembiale (perché così lo chiamavano le donne dell'epoca sua) e
ci fissa con aria di sfida. Poi, di nuovo, ci torna a parlare di
ansia: “In cucina ho due regole, calma e organizzazione. Perché
basta seguire un ordine preciso nella realizzazione delle ricette per
arrivare in fondo e senza ansia.” Vabbè, sarà stremata da tutti
questi figli, ho pensato. E poi continua: “Quando devo
cucinare più di un piatto mi piace prepararmi una scaletta.”
Interessante, penso, ora delineerà per iscritto uno schema come
quelli che io di solito mi figuro mentalmente, tipo: “mentre
aspetto che il forno si scaldi faccio questo, mentre ho quello in
forno faccio quest'altro...” invece no. La sua scaletta consiste
nello scrivere sulla lavagna le tre cose che ha deciso di preparare. Ché dovesse fare che se le dimentica. Per cui procede e scrive:
1
– biscotti
2
– cupcakes
3
– pane
Quindi
riguarda un attimo la lista appena scritta per ricordarsi cosa deve fare, prima di condurci per mano in questo fantastico viaggio nel colesterolo.
Ella
impasta come se stesse danzando al ritmo di un valzer, con un sorriso da teddy bear
senza labbro superiore e occhi simili a quelli dei personaggi del
video di Black Hole Sun dei Soundgarden. Inoltre, non so come mai, ma
quando parla sembra che abbia appena finito di mangiare una caramella
mou e che si stia ancora gustando un po' di quel mou che le è rimasto
attaccato sui denti. Fateci caso.
Csaba
fa cose un po' strane, tipo pesare le uova. Lei non dice che servono
due uova, lei dice che ne servono 90 grammi e siccome dice anche che
con le uova tocca essere precisissimi, con un cucchiaino si mette a
togliere 10 grammi di chiara di troppo. E perché di chiara e non di rosso? Mi domando...
Ma
andiamo avanti. Mentre assapora la sua caramella mou immaginaria, ella
spezzetta con gusto panetti e panetti di burro per realizzare quei
biscotti a forma di pupazzetti che di lì a poco chiamerà “i miei bambini”,
non paga di tutti quelli che già ha dillà in salotto.
Finalmente
arriva il momento dei cupcake, per la preparazione dei quali si
avvarrà della collaborazione di due tra i suoi innumerevoli figli,
Dodo e Giaki, addetti a rispondere “si mamma” e al leccaggio dei
cucchiai.
Fatto
anche questo, procede con la preparazione di una glassa dal peso
specifico maggiore del casatiello, a base di burro, cioccolato bianco
e mascarpone. Da questo momento in poi si parlerà molto di glassa,
che lei ama spalmare un po' ovunque, probabilmente anche sul viso come maschera di
bellezza.
Poi
Csaba allestisce la “zona merenda” e ci consiglia dove meglio
sistemarla con coperte, cuscini e peluche. Certo, davanti al camino
sarebbe l'ideale, ma se proprio non ce l'hai fa lo stesso.
L'importante è che i bambini possano allegramente giocare e mangiare
al contempo, sbriciolando diligentemente nel salotto buono. Essi,
teneri, calmi e sorridenti, sono tutti ben seduti a terra con un
animaletto ciascuno. Nessuno che dice “cacca!”, nessuno che grida
a gran voce “Nintendo DS! Xbox! TV!”, nessuno che fa la spia o si lamenta di violenze o vessazioni subite. A questo punto
lamammachelavora, se ancora non lo ha fatto, esce
frettolosamente di casa per acquistare un bazooka al fine di usarlo
contro il televisore.
Intanto
Csaba, sempre più posseduta dallo spirito del Natale, deve tornare
in cucina. Infatti “i bambini stanno giocando tranquilli”
(un esempio di ossimoro simile a “ghiaccio bollente”) e lei può
dedicarsi alla realizzazione di una pietanza che mai nella vita ho
così tanto desiderato non mangiare. Trattasi di un pane a base di
farina, zucchero, lievito, latte, uova, scorza di agrumi, mandorle,
uvetta, mirtilli e, che te lo dico a fa, burro, “perfetto per la
merenda dei bambini, ma anche per la colazione dei grandi". Certamente lo sarà, sopratutto se poi devi tornare a dormire, visto che esso all'interno nasconde anche un bel
dirigibile di marzapane da 175 grammi, “una fantastica
sorpresa al momento di tagliare le fette”.

A
questo punto lamammachelavora esce frettolosamente di casa per
acquistare una granata al fine di lanciarla su quel che resta del televisore.
Sembra
che Csaba abbia ormai finito, ma dato che i bambini, i quali credo siano stati precedentemente sedati con un
anestetico per cavalli, stanno ancora contando i peli dei peluche, lei
glasserà anche i biscotti. E siccome ormai è posseduta anche dallo
spirito della glassa, pure il pane con sorpresa sarà
glassato e tutto ciò mica con la stessa unica glassa, ma sempre con
glasse diverse, si intende. Poi porta il pane ai bambini, che sono ancora seduti lì dove li avevamo
lasciati con i loro orsetti e coniglietti a vedere che begli
occhietti e boccucce hanno quei begli animaletti.
Finalmente Csaba si siede in poltrona per godersi un po' di meritato relax e dedicarsi alla scrittura del
suo diario. A questo punto lamammachelavora esce
frettolosamente di casa dicendo che va a comprare le sigarette per
poi non tornare mai più. Csaba invece comincia a "mettere su carta questa giornata meravigliosa". La
scrittura del diario è un po' come la famosa scaletta che si era appuntata prima di cominciare... ci si aspetta chissà quale dritta,
chissà quale poesia e poi il tutto si riduce a una lista. Perché giustamente prima devi
ricordarti cosa devi fare e poi devi ricordarti cosa hai
fatto. Però nella seconda lista l'aggiunta di alcuni aggettivi regala al tutto un sapore da temino di terza elementare, infatti Csaba, sempre traboccante di grazia, scrive: "Oggi ho fatto i
biscotti per l'albero, le cupcakes con la glassa colorata e il pane
morbido di Natale." The End e titoli di coda. Finisce proprio così.
La metà del tempo che ci ho messo per scrivere questo post l'ho
impiegata per ricontrollare più e più volte di aver scritto Csaba e
non Casba. Buon nervoso a tutti.